venerdì 30 marzo 2012

Perdonate il paragone che sembra far torto agli antichi greci, ma sembra proprio di essere
tornati allo sgomento che gli ateniesi mostrarono all’indomani di una notte del novembre del
4 5 a.c., quando di buon mattino trovarono i busti del dio Hermes decapitati. Ce lo racconta Tucidide nella Guerra del Peloponneso. Infatti, la notte prima della partenza della spedizione ateniese in Sicilia, guidata da Alcibiade e Nicia, qualcuno, la cui identità non venne mai accertata, mutilò le Erme di pietra, colonne a base quadrangolare, collocate ai crocevia delle strade e nelle piazze di Atene raffiguranti il fallo e la testa del dio. Questo torbido evento, ricordato dagli storici futuri e dalla leggenda, non costituì solo un aperto atto di sacrilegio alla tradizione ma anche un evento di cattivo auspicio per la città. I sospetti caddero su Alcibiade, spregiudicato e ambizioso uomo politico, ma nulla fu mai provato a suo carico e sul mistero di quella notte non si fece mai chiarezza. Fate conto che le Erme siano i capolavori del nostro concittadino Ugo Mulas, le sei fotografie della serie “Ossi di seppia” donate al Comune nel 2004 dalla famiglia, donate non nella circostanza convulsa e confusa della cerimonia che inaugurava la piazzetta del Castello (come è stato detto in Consiglio comunale), ma -come pare- al chiuso del ben sicuro e confortevole ristorante “Vecchio Ottocento” durante la cena a seguire, come ci confermano testimoni oculari. Nessuno sa che fine abbiano fatto le foto,nemmeno gli Amministratori di allora che avrebbero dovuto custodirle e esibirle al piacere del pubblico pozzolenghese. Raccontano che l’allora Sindaco Bellini le avrebbe “passate” a qualcuno di cui nemmeno lui ricorda il volto… Patetica oltre che vergognosa argomentazione per l’imprecisione e la superficialità che dimostra. Ma un ristorante è un luogo in cui è davvero difficile sbagliare mano o volto … Torniamo alle Erme del 4 5 a.c.: lo scandalo e lo sdegno per noi sono uguali, foto tanto sacre quanto le statue del dio alato protettore dei viandanti; altrettanto il cattivo auspicio, perché non ci si può aspettare molto di buono per la città da una tale improvvisazione. Anche il buio sulla vicenda resta pesto e nessuna chiarezza sembra arrivare, nonostante gli appelli accorati del Sindaco Vezzoli dalle pagine del “Gazzettino” a restituire le foto, chi le ha, se ce le ha etc. Ma una cosa è certamente molto diversa: non c’è nessun Alcibiade in questa vicenda, perché non c’è nessuna intelligenza in atto e nemmeno una coraggiosa quanto spregiudicata avvenenza politica che possa essere attribuita ai responsabili di questo smarrimento. Solo la leggerezza di una gestione da sprovveduti. Intanto, restiamo ad aspettare che le nostre “Erme” miracolosamente riappaiano.

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