Parco urbano
La proposta del Parco Urbano individuata nel Documento di Piano è sicuramente tra quelle che più significativamente sollecita e coinvolge l’immaginario della collettività di Pozzolengo. La previsione di un intervento di tale dimensione, circa 50.000,00 metri quadrati di superficie, coinvolge, modifica e trasforma la percezione del territorio e in special modo la sua fruizione. Una trasformazione che interessa una così grande area del territorio, sicuramente presuppone un analisi approfondita di come essa si colloca nel ridisegno complessivo della città. Possiamo dire con certezza che il parco risponde alle esigenze ed ai bisogni dei cittadini e della comunità perché uno spazio verde di grande dimensione non esiste a Pozzolengo, così come non esiste un itinerario e/o percorso ciclo pedonale, ideale e concreto, che lega i pochi giardinetti pubblici esistenti. Resta da chiedersi come si attuerà e quale è il suo disegno, quale idea ha di parco l’Amministrazione che lo progetta. E una volta esaminati i progetti, occorrerà fare un esercizio di immaginazione visiva per comprendere come si modificherà lo spazio urbano. Ebbene, a partire dai disegni ci pare un po’ difficile intravedere quello che questa Amministrazione ha annunciato con enfasi ovvero un luogo sfolgorante, maestoso dove trascorrere il nostro tempo libero. Ci pare piuttosto, a una attenta lettura, il progetto di un luogo che ha perso anche la sua originaria unitarietà. Un luogo dove prima con un solo colpo
d’occhio si abbracciava lo spazio e si scorgeva la piccola valle destinata a prati e seminativi di rotazione, incastonata tra le colline moreniche, il castello e la Villa Albertini. Lo spazio prefigurato in questo progetto propone in sintesi l’annullamento di uno spazio unitario, ed al suo posto mette uno spazio tripartito così definito:
• Un terzo dello spazio, in basso, verso il centro sportivo, destinato ad enorme parcheggio alberato, e chiaramente le alberature sono ordinate secondo la giacitura dei parcheggi stessi, eliminando in tal modo qualsiasi disegno di tipo naturalistico e/o spontaneo.
• Un terzo dello spazio, in posizione centrale, destinato alle attività balneari “Piscina e spazi accessori”, rigorosamente confinato e segregato, escludendo continuità spaziale e di fruizione del parco. Sembra a guardare i disegni, più una pertinenza dell’albergo “La Muraglia”, che un’ opera pubblica.
• Un terzo dello spazio in alto, destinato, questo sì, a verde pubblico, sottostante la Piazza Don Gnocchi, si articola sembra, in vialetti discendenti, tra piantumazioni e vegetazione non meglio identificate. Quello che però colpisce e che appare alquanto strano, sono le decisioni progettuali di modificare il sedime esistente della valle e le lievi originarie pendenze, per ricaricare in modo abnorme la parte superiore di terreno, creando in tal modo nella parte alta dislivelli e pendenze nel parco che potrebbero influire sulla possibilità di fruizione e godimento dei soli spazi a verde rimasti dell’intera area. L’idea di un parco, condivisibile nella sua essenza, è purtroppo, visto il progetto, un’ occasione persa difficilmente recuperabile nel tempo. Noi pensavamo che il Parco fosse quel luogo all’aperto, fruibile da tutta la collettività di Pozzolengo, e non solo, nella sua interezza. Uno spazio connettivo che legasse il Centro del Paese, a partire dalla Piazza Don Gnocchi, sino al Centro Sportivo, senza soluzione di continuità. Pensavamo che si potesse essere più lungimiranti e che tale spazio fosse la premessa a un più ampio disegno di itinerari alternativi alle automobili. Nella sua massima estensione, 50.000,00 metri quadrati circa, questo parco avrebbe dovuto prevedere una sistemazione ragionata del verde da inserire, ma nel rispetto della vallicola preesistente. Anche le originarie pendenze, oggi modificate, potevano rimanere inalterate, consentendo in tal modo una fruibilità totale e libera dello spazio. Invece noi oggi avremo solo percorsi zig-zaganti, in continuo declivio, per superare salti di quota che prima non c’erano. Il collegamento con la Piazza Don Gnocchi poteva essere risolto in continuità con i terrazzamenti esistenti in un'unica soluzione architettonica, prevedendo una semplice rampa. Riteniamo che una movimentazione così grande di terreno, con la scusa di recuperare la quota della Piazza Don Gnocchi, non sia giovato ai Pozzolenghesi per vari motivi: per le tasche della gente, ( ci piacerebbe sapere quanto è costata tutta quella lavorazione relativa alla movimentazione di terra); per il reale godimento dello spazio, limitato a questo punto ai soli camminamenti trasversali da Noi denominati “zig-zag” e tutti in pendenza; per la natura e la tracciabilità delle terre movimentate, ovvero la loro provenienza. Il Parco Urbano quindi viene risolto in gran parte in pendenza, e la sua estensione riguarda di fatto poco più di un terzo dell’intera area, come vedremo. Altro argomento negativo, di frantumazione dello spazio verde e di miopia amministrativa, è la realizzazione delle attrezzature balneari “Piscina ed aree accessorie”. L’area centrale di quello che doveva essere il Parco Pubblico, è occupata dalle strutture relative alla Piscina e già si comprende, dall’infittirsi dei pilastri che spuntano dal suolo, la vanificazione della continuità spaziale e visiva da noi auspicata. L’interruzione spaziale è giocata sia fuori terra, ma anche entro terra con la realizzazione delle buche relative alle vasche. Dai disegni poi, si rileva che non sono presenti recinzioni intorno l’area balneare che è pensata dunque senza interruzione con il parco e per una fruizione diretta. E’ molto probabile che in futuro però gestione e sicurezza richiedano di isolare e delimitare l’area di balneazione rinunciando quindi allo spazio aperto che si voleva. Riteniamo inoltre che l’individuazione di quest’area destinata alle Piscine Pubbliche ed ai suoi spazi accessori sia sbagliata e miope in relazione alle attività di rilancio delle attività sportive e ludiche della Nostra città. Se l’Amministrazione ha ritenuto necessario dotare la comunità di una piscina (sulle base di indagini fatte), perché collocarla nel parco? Noi riteniamo che tale opera, qualora fosse stata ritenuta davvero sostenibile da un punto di vista economico e gestionale, sarebbe dovuta almeno rientrare in un più ampio Piano Strategico di rilancio dell’intero Polo Sportivo. La Piscina dunque doveva essere eventualmente pensata come struttura di rilancio dell’intero polo sportivo, e realizzarsi all’interno del perimetro stesso del Centro. Bisognava poi concentrarsi sulle politiche di rilancio e di gestione delle stesso Polo Sportivo, al fine di qualificarlo nel suo insieme, tra cui quella economica, visti i buchi di bilancio. La miopia amministrativa risiede dunque nell’incapacità di lettura del territorio, delle sue esigenze e delle relazioni tra le opere e il contesto. Un’ opera come la Piscina potrebbe - e non è certo- rinnovare, diversificare, ampliare ed offrire un panorama di attività sportive da poter fruire a Pozzolengo, ma dovrebbe a questo fine essere inserita in un contesto unitario, dove già sono concentrate altre attività, dove sia possibile gestire economie di scala, che altrimenti sarebbero diffuse e disperse. Infine, con quali strumenti, modalità e funzioni l’Amministrazione intende gestire questi impianti? E se fosse affidato in gestione a terzi, con quale strumento di evidenza pubblica, e di capacità organizzativa, verrebbe scelto? E’ stata già studiata una bozza di contratto per la gestione dei Servizi Pubblici, che evidenziano compiti ed obiettivi dell’eventuale gestore delle Piscine? Opere di tal genere richiedono una grande e dispendiosa capacità amministrativa e escludono ogni improvvisazione. Il progetto del progetto di Parco prevede inoltre un enorme parcheggio (circa un terzo dell’intera area) capace di accogliere - a giudicare dai disegni - oltre seicento posti auto, e che copre. Sembra che la prospettiva futura di Pozzolengo debba essere quella di un nuovo polo intermodale, un luogo dove quotidianamente una marea di donne e uomini con le loro automobili si riversano per parcheggiare e poi proseguire con altri mezzi ( aerei, treni, navi, ma sì anche astronavi) per raggiungere chissà quali luoghi immaginari. Diciamocela tutta, la sola cosa certa e concreta di questa folle previsione è l’istituzione del concorso di idee, tra i cittadini di Pozzolengo, per la denominazione dello stesso Parcheggio al quale diamo il nostro contributo con la seguente definizione “ PARCHEGGIO AMATRICIANA”. Una coerente e seria azione programmata delle opere pubbliche, non può prevedere lo spreco di spazio e denaro pubblico, per la realizzazione di un luogo, che si riempirà ad andar bene tre giorni l’anno. Il problema dei parcheggi, in relazione alle sole feste cittadine, poteva essere affrontato sicuramente in modo diverso e più flessibile. In conclusione diciamo che l’idea di realizzare Parchi Urbani ci piace molto, ma il mostro che sta nascendo a Pozzolengo, molto meno. Quanto si sta realizzando sul territorio di Pozzolengo, è l’accozzaglia di idee approssimate e poco chiare, che nulla hanno a che fare a nostro avviso con uno sviluppo ordinato della città.
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